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Non autosufficienza: i dati veronesi

DEFINIZIONE DEL BISOGNO. Non esiste una definizione unitaria di non autosufficienza perché mancano linea guida nazionali e ogni Regione italiana usa propri strumenti per individuare il bisogno ed erogare i servizi. In Veneto si calcolano 328.045 anziani non autosufficienti, il 28,4% degli over 65. A Verona il numero dei non autosufficienti è stimato in 60.199 persone, il 28,4% della popolazione over 65.

L’OFFERTA DI SERVIZI VENETA. A fronte di questi numeri l’offerta di servizi residenziali e semiresidenziali in Veneto ammonta ad appena 34.218 posti letto, suddivisi in 382 strutture di cui 143 pubbliche che contano un totale di 17.199 posti pubblici. Il resto è in convenzione. Dei 34.218 posti letto disponibili, 24.497 sono attrezzati per accogliere anziani non autosufficienti con ridotto bisogno assistenziale; 5.818 per anziani non autosufficienti con maggiore bisogno assistenziale; ci sono 1.729 posti in strutture diurne per non autosufficienti e 145 posti in sezioni ad alta protezione Alzheimer.

Una recente ricerca di Ires Veneto ha calcolato un fabbisogno di posti letto pari a 51.232.
Anche l’offerta per i servizi semiresidenziali e quelli riservati alle Sezioni Alta Protezione Alzheimer risultano esigui e non rapportati al crescente fabbisogno in particolare per quanto riguarda l’incremento delle patologie dementigene che nell’ambito della non autosufficienza hanno una incidenza di ben il 39% calcolata al 2022, mentre era del 33% sette anni prima nel 2015.

L’OFFERTA DI SERVIZI VERONESE. Nel territorio dell’Ulss 9 i posti letto accreditati sono 5.495, suddivisi tra 19 Ipab pubbliche e 52 strutture a gestione privata accreditata di cui 42 appartenenti all’area del Terzo Settore (34 fondazioni, 6 cooperative sociali, 2 associazioni di volontariato). La nuova programmazione regionale della DGR 996/2022 intende portare i posti letto a 6.197. Le impegnative utilizzate a Verona sono 4.612 di cui 93 QSA (Quote Sanitarie di Accesso).

LISTA DI ATTESA. In graduatoria giacciono le richieste di 1.486 persone (nel 2021, ora sono diventate circa 1.700). Analizzando il punteggio assegnato, si osserva che ben 606 presentano un punteggio inferiore al minimo richiesto di 80. Si scopre che hanno fatto richiesta perché sul territorio non trovano una offerta a loro calibrata (assistenza domiciliare, strutture sociali, comunità alloggio, appartamenti protetti). D’altra parte il sistema lascia esclusi 305 anziani in graduatoria con punteggio molto alto, tra gli 80 e i 100 punti, indicativo di disabilità gravissima.

PERSONALE. Dopo quindici anni dalla Dgr 84/2007, con la Dgr 1720/2022 la Regione Veneto ha aggiornato gli standard funzionali minimi necessari al rilascio dell’autorizzazione al funzionamento e all’accreditamento dei centri servizi anziani. Oggi le strutture devono assicurare 1.043 minuti settimanali di cura socio-sanitaria per ospite contro i 1.050 del 2007. E’ cresciuto il tempo degli Oss (da 873 a 896 minuti) mentre è diminuito quello degli infermieri (da 153 minuti a 126 minuti). E’ diminuito drasticamente il tempo del personale dell’area sociale (psicologo, educatore, assistente sociale) passato da 72 minuti a settimana a 56 minuti. Rapportati i tempi su una struttura da 120 ospiti, la nuova normativa consente una riduzione complessiva del servizio di 46 ore settimanali.

COSTI. Con l’impegnativa, la retta media annua è di 63,87 euro x 365 giorni = 23.312,75 euro/anno. Senza impegnativa, la spesa media è di 87,83 euro x 365 giorni = 32.057,95 euro/anno. Considerato che la pensione media oggi a Verona è di 1.187,78 euro (1.597,88 euro per gli uomini e 841,99 per le donne), l’anziano è in grado di coprire, in media, poco più della metà del costo di una retta con impegnativa.

LE RICHIESTE DEL SINDACATO. Il sistema è evidentemente carente e in grave disequilibrio. Le richieste del Sindacato sono:

  • Adeguare il numero di posti letto per anziani non autosufficienti
  • Adeguare il numero di impegnative di residenzialità alla totalità di posti letto disponibili
  • Modulare l’importo delle impegnative in base al grado di non autosufficienza
  • Aumentare i posti e le impegnative di residenzialità per gli anziani con patologie dementigene e alzheimer
  • Garantire una quota equa a carico dell’ospite, con rette parametrate alla condizione economica
  • Potenziare i centri diurni per non autosufficienti come risposta alternativa e/o complementare alla residenzialità
  • Ridefinire gli standard di personale, aumentando i minuti di assistenza
  • Includere i sindacati dei lavoratori e dei pensionati nel tavolo interistituzionale per l’area anziani non autosufficienti

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