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Sabato 28 settembre manifestazione regionale per il diritto alla salute

Appuntamento a Verona alle 10:00 con le realtà aderenti a “La Via Maestra” per il rafforzamento del sistema socio-sanitario nazionale, pubblico e universale e lo stop al definanziamento, contro la privatizzazione dell’assistenza e la commercializzazione della salute

I bisogni di salute della popolazione stanno progressivamente aumentando, indotti dall’evoluzione demografica, ambientale ed epidemiologica e dalla crescente precarietà lavorativa e sociale. Così come sono in continuo incremento le malattie croniche, la non autosufficienza, le disabilità, gli infortuni e le morti sul lavoro, le patologie da inquinamento e da stress lavoro-correlato, il disagio psichico, i fenomeni di dipendenza e di fragilità sociale.

A fronte di questa evoluzione da anni è in atto invece un progressivo indebolimento dei servizi socio-sanitari pubblici e delle misure di protezione sociale.

La riduzione e la chiusura di molti servizi per l’assistenza, i tempi lunghi d’attesa, la carenza cronica e crescente di operatori e operatrici sanitari e socio-sanitari, si sommano alla contrazione e discontinuità dei salari e alla riduzione delle misure di sostegno al reddito, rendendo sempre più difficile curarsi e peggiorando le condizioni di vita e di salute di tanta parte della popolazione.

È necessario un radicale cambiamento di rotta delle politiche socio-sanitarie in Italia e nel Veneto per affrontare la sfida dei crescenti bisogni, perché la tutela della salute è una ricchezza, un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

La Salute non può essere commercializzata e ridotta a merce o compromessa dalle politiche di austerità, sottofinanziamento e tagli alla spesa pubblica, l’assistenza e le cure sanitarie e socio-sanitarie non possono essere privatizzate, rese accessibili solo a chi può permetterselo.

La soluzione non è l’Autonomia differenziata, che produrrebbe ulteriori diseguaglianze e disomogeneità nell’offerta e nella garanzia di accesso a servizi e prestazioni tra Regione e Regione e all’interno di ogni singola Regione, oltre a incrementare ulteriormente le migrazioni sanitarie verso le Regioni con più possibilità economiche e organizzative.

È indispensabile un forte investimento economico per

  • Un incremento strutturale del Fondo Sanitario Nazionale per adeguarlo almeno alla spesa pro-capite e al rapporto spesa sanitaria/pil della media europea, un finanziamento adeguato del Fondo nazionale per la non autosufficienza e dei diversi Fondi per gli interventi sociali e sostegno al reddito.
  • Un Piano straordinario per assumere e formare nuovi operatori sanitari e sociosanitari nel sistema pubblico, superando i tetti di spesa per il personale e i limiti di accesso tuttora esistenti, a partire dall’assunzione di tutti gli idonei nelle diverse graduatorie concorsuali di tutte le figure professionali, attraverso la stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine e l’aumento delle borse di specializzazione.
  • La valorizzazione delle competenze professionali e il miglioramento delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni nella sanità pubblica, a partire dall’incremento delle risorse necessarie per il rinnovo del CCNL 2022-2024 ad oggi ampiamente insufficienti, per evitare la fuga verso l’estero e verso il settore privato, già favorito anche da un sistema di remunerazione e sovvenzionamento pubblico molto generoso e favorevole.

È urgente intervenire subito su questi obiettivi prioritari

  • Rendere esigibile e garantire ovunque e a tutti, anche alle persone migranti e di origine straniera, l’erogazione dei LEA e dei LEPS, l’accesso alle cure e all’assistenza, la qualità dei servizi e delle prestazioni da parte del sistema socio-sanitario pubblico.
  • Rafforzare le strutture e i servizi dell’emergenza-urgenza, di tutti gli ambiti dell’assistenza ospedaliera, territoriale e domiciliare, della rete dei consultori e dei centri antiviolenza, anche e soprattutto nelle aree più periferiche e interne ad oggi tra gli ambiti più penalizzati anche nel “virtuoso” Veneto.
  • Potenziare i servizi per le categorie più fragili e vulnerabili, per la salute mentale, per la disabilità, per la non autosufficienza, per la salute delle donne e dei minori, oggi sempre più ridotti, con pochi finanziamenti e poco personale, con una ricaduta sempre maggiore sulle famiglie.
  • Riorganizzare l’Assistenza primaria, garantendo ovunque il presidio della Medicina di base e il suo stretto collegamento con l’ospedale, le strutture intermedie, le Case della Comunità, l’assistenza domiciliare, le Case di Riposo.
  • Potenziare il sistema della residenzialità, della semi residenzialità e dei centri diurni, garantendo l’accessibilità territoriale, la disponibilità di posti, la qualità delle strutture e la sostenibilità economica per tutti soggetti che ne hanno bisogno.
  • Abbattere le lunghe liste d’attesa per visite specialistiche, accertamenti diagnostici e interventi chirurgici, che costringono tante persone a rivolgersi al sistema privato, a sostenere alti costi o a rinunciare alla prevenzione e alle cure, superando le attuali inaccettabili discriminazioni con interventi adeguati e strutturali.
  • Garantire prevenzione, salute e sicurezza nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e la tutela dell’ambiente, sempre più compromessi nella nostra regione.
  • Ridurre l’intollerabile livello d’infortuni, morti e malattie professionali sul lavoro.
  • Attuare politiche di risanamento ambientale e riconversione produttiva urgenti, basti pensare al forte livello d’inquinamento dell’aria, delle falde acquifere e del suolo che caratterizzano anche tante zone e siti del Veneto, da Porto Marghera, ai tanti luoghi e terreni infestasti da pesticidi e da composti tossici, alla vasta area di contaminazione da PFAS.

Per sostenere questi obiettivi, per rilanciare e rafforzare il sistema socio-sanitario pubblico, a tutela della salute, dell’ambiente e della coesione sociale aderite all’appello e partecipate alla manifestazione regionale del 28 settembre 2024 a Verona.

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